Gita in auto Garessio
da Nava 29 minuti 21,6 km
Garessio (Garess in piemontese, Garesce in ligure e Garéshe nel dialetto locale) è un comune italiano di 3 150 abitanti della provincia di Cuneo, in Piemonte.
Colle San Bernardo Il territorio comunale è diviso dallo spartiacque padano-ligure delle Alpi (gli Appennini iniziano convenzionalmente al Passo o Colle di Cadibona, in provincia di Savona, sopra Altare), diviso dal Colle San Bernardo (957 m). Le frazioni di Cerisola e Le Volte infatti si trovano al di là dello spartiacque padano e hanno collegamenti regolari con Albenga. Il colle del Quazzo lo collega con Calizzano, in Val Bormida.
Storia ll nome di Garessio (Garexium, da "garricus" = terreno incolto con il suffisso "esce" = luogo di passaggio) è forse attestato per la prima volta in un atto pubblico del 1064. Già gli uomini della pietra vivevano nelle numerose grotte, tra le quali le più importanti per i reperti ritrovati sono quelle del Gray e di Valdinferno. La zona fu poi popolata da Liguri montani e dai Vagienni che diedero filo da torcere ai Romani della tribù Publilia collegata al Municipium di Albenga. Di questa fase romana ci restano molte testimonianze: le lapidi di Trappa, di Mindino, una tomba con vasi fittili, la testata del ponte romano di Piangranone, ecc.
Verso la fine del secolo X viene costituita la Marca Aleramica, secondo la nuova divisione dell'Italia fatta da Berengario II verso il 950.
La religione cristiana, già diffusa in Garessio, come testimoniano i resti dell'antichissima Pieve di San Costanzo, edificata su un sacello romano, ebbe una nuova fioritura dopo il Mille grazie alla nascita di chiese e monasteri.
Dopo alterne vicende, Garessio passa sotto il marchesato di Ceva.
Garessio dovette subire, nel corso dei secoli, numerose tristi vicende, pestilenze, saccheggi, distruzioni ad opera dei Genovesi, Francesi, Spagnoli sino al passaggio delle truppe napoleoniche verso il 1794, portanti sì la libertà, ma anche morte e rovina.
Nel 1814 Garessio ritornò sotto i Savoia e ne divise le sorti, prima con il regno Sardo-Piemontese e poi, attraverso le guerre del Risorgimento, con il Regno Unito d'Italia
Nel 1903 venne istituita la prima linea extraurbana con autobus d'Italia che collegava Garessio a Ventimiglia .
Garessio è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione perché è stata insignita della Medaglia di Bronzo al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.
Nel novembre 1994 la cittadina ha subito pesanti danni, specie al Borgo Ponte, a causa di una violenta alluvione causata dal fiume Tanaro e da alcuni suoi piccoli affluenti; già nel 1744 un'alluvione altrettanto disastrosa aveva ridotto in cattive condizione la chiesa parrocchiale del Ponte posta nell'attuale Piazza Marconi, la quale fu abbandonata e ricostruita poi sull'altra sponda, più lontano dal fiume.
Nella frazione di Valdinferno, chiamata così da Napoleone Bonaparte forse per via di antiche torbiere che vi bruciavano nel Settecento , ha abitato fino alla fine del 2008, tutto l'anno, una sola persona, un reduce del fronte russo, Armando Sereno che fece un particolare voto alla Madonna: se fosse tornato vivo dalla guerra, non sarebbe mai più andato via da Valdinferno, e così è stato (egli è deceduto il 20 marzo 2009 all'età di 88 anni) .
In città si può visitare il centro storico, diviso in tre borgate: Ponte, Poggiolo e Maggiore, quest'ultima appare come la più antica della città, ma questa è invece il Ponte, dove sorge una Pieve di San Giovanni, ora diventata un negozio di fiorista, già citata come «nelle vicinanze del Tanaro», un centinaio di metri, il borgo Maggiore è invece a due chilometri, dalla donazione cosiddetta di Toirano che Carlo Magno fece, nell'ottavo-nono secolo, al monastero di Varatella , mentre una quarta borgata è Valsorda, sede di un santuario mariano. Garessio è ricco di antiche e monumentali chiese (alcune del Gallo) e sono visibili costruzioni medioevali.
Oltre il Colle di Casotto sorge l'omonimo castello di villeggiatura e di caccia dei Savoia che si è sviluppato sul sito di una certosa del XII secolo, una delle prime in Italia, fondata da san Brunone.[6] La costruzione fu trasformata su progetto di Vittone, nel 1800, unendo al carattere di semplicità quello della monumentalità. La trasformazione in castello avvenne con i re Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II, grandi appassionati di caccia. Mentre quest'ultimo vi villeggiava con i fratelli cui accudiva dopo la morte alla madre, la principessa Clotilde vi ricevette la notizia che per ragioni di Stato doveva andar sposa al fratello dell'imperatore Napoleonne III di Francia. Nel castello, restaurato dalla Regione Piemonte ma non visitabile, si trovano gli arredi delle stanze, tra cui il salotto verde e l'ampia camera della musica. Recenti scavi archeologici condotti dal politecnico di Torino hanno fatto emergere le fondamenta e, forse, le cantine della certosa quattrocentesca oltre a un cimitero di frati.
A differenza di altri comuni della valle , Garessio è dotata di un ricco Archivio storico (fra i pezzi più interessanti il quattrocentesco Libro della Catena con gli Ordinati medioevali della Comunità garrexina), copia di un precedente più antico, di un Museo Civico dedicato all'Archeologia e alle Scienze della Terra, di una Pinacoteca Civica «Colmo» (fondata nel 1970, riaperta nel 2004, espone 150 opere di Eugenio Colmo, Giovanni Colmo, Paulucci, Lattes, Cappellin, Mario Giugiaro, Morscio, Zumino, Decalage, West etc.) e di una biblioteca ricca di volumi e dedicata al commediografo Camillo Federici. Le quattro istituzioni culturali sono collocate nello stesso edificio della biblioteca.
A Garessio si svolge nell'oratorio di San Giovanni Decollato al Borgo Maggiore, con cadenza quadriennale/quinquennale, la Sacra Rappresentazione pasquale del Mortorio. La forma scenica, nella struttura principale, risale, come attestato dai documenti storici e dagli ordinati dell'omonima Confraternita, alla metà del settecento (1750 o 1751), benché tragga origine dalle processioni penitenziali tardo-medioevali introdotte dalle locali confraternite di battuti, poi unificatesi all'inizio del 1600. Il Mortorio è costituito da una recita della deposizione, a cui partecipano vari personaggi evangelici, alternata da parti recitate e parti cantate dagli angeli maggiori e dagli angeli dei misteri. Dopo la II guerra mondiale furono introdotti alcuni quadri preparatori tratti dal testo evangelico narranti gli episodi antecedenti la crocifissione e la morte di Gesù. In origine e sino ai primi anni del Novecento tutti i personaggi, anche quelli femminili, erano interpretati da ragazzi e da uomini.
Le processioni mortoriali che seguono la sacra rappresentazione, hanno luogo nella serata del venerdì santo lungo le vie del Borgo Maggiore, e nella serata del Sabato Santo lungo le tre borgate, Borgo Maggiore, Borgo Poggiolo, Borgo Ponte, con partenza dal suggestivo oratorio di San Giovanni Decollato nel Borgo Maggiore. Alla processione del sabato, detta del Cristo risorto, che un tempo era effettuata all'alba della domenica di Pasqua, partecipano tutti i personaggi della recita.[10]G