Gita in auto Apricale
da Nava 1h 38 min 94 km
Il borgo medievale è situato nell'entroterra di Bordighera, nella valle del torrente Merdanzo, affluente del Nervia, a 13 km dalla costa della Riviera di Ponente. Sullo sfondo è visibile il monte Bignone (1.299 m.).
L'origine del borgo sembrerebbe risalire all'età del bronzo, grazie ai ritrovamenti di tumoli sepolcrali in località Pian del Re (nel dialetto locale Cian deu Re); altri ritrovamenti farebbero risalire una prima frequentazione del territorio al periodo pre-romano. Ufficialmente il borgo venne fondato intorno al X secolo dai conti provenienti da Ventimiglia e furono quest'ultimi ad erigere in tale secolo il castello della Lucertola dove poi si svilupperà e amplierà il borgo apricalese. La prima attestazione scritta è risalente al 1092 - con il nome di Aurigallus - mentre al 1210 è attestata una forma di organizzazione comunale, retta da locali consoli.
Al 1287 risale l'acquisto del feudo da parte di Oberto Doria - già signore di Dolceacqua dal 1270 - che stabilì l'unione amministrativa di Apricale con Isolabona all'interno del Marchesato di Dolceacqua; tale unione con la comunità isolese perdurò fino al 1573. Al 1524 risale il passaggio del marchesato dolceacquese nel Ducato di Savoia.
Con l'annessione del contado di Nizza alla Prima Repubblica francese, nel 1793, Apricale entrò a far parte del cantone di Perinaldo (distretto di Mentone), poi di Monaco nel dipartimento francese delle Alpi Marittime. Nel 1805 Apricale restò nel cantone di Dolceacqua (che sostituì Perinaldo come capoluogo), ma passò nel nuovo distretto di Sanremo, dello stesso dipartimento, esteso a est per annessione di una parte della Repubblica Ligure.
Alla caduta del Primo Impero francese, nel 1815, tornò al Regno di Sardegna, come stabilito dal Congresso di Vienna, e successivamente nel Regno d'Italia, dal 1861. La municipalità di Apricale fu sottoposta nel III mandamento di Dolceacqua del circondario di Sanremo della provincia di Nizza (poi provincia di Porto Maurizio dopo la cessione alla Francia del territorio nizzardo).
Gli statuti
Importanti per la comunità apricalese medievale furono gli storici statuti comunali del 1267, considerati i più antichi della Liguria, i quali regolarizzarono la vita degli abitanti del borgo con regole ben precise. Ogni aspetto è minuziosamente contemplato, dalla regolarizzazione delle principali attività economiche, al pagamento delle tasse e dei tributi, alle pene per i reati più gravi.
Proprio sul tema della giustizia si applicarono svariati e talvolta trucidi regolamenti punitivi, dalla sepoltura dell'assassino (ancora vivo) con la vittima, alla decapitazione delle donne adultere fino all'amputazione di un piede o della mano per i ladri di bestiame. I furti dovevano essere prevenuti dalle due guardie campestri - costrette a dormire tutti i giorni d'estate e due notti in inverno nelle ore notturne nei campi - e obbligate loro stesse al risarcimento materiale a seguito del mancato arresto dei presunti ladri dopo otto giorni dal furto.
Gli statuti prevedevano inoltre il giudizio di Dio: il procuratore di danni o furti a terzi poteva essere dichiarato innocente se riusciva a camminare - per un breve tratto - con un ferro rovente in mano senza ustionarsi